

Lo stato socialista rappresentato graficamente: lavoratori uniti in primo piano e uno sfondo che richiama progresso e speranza.
Solamente il socialismo e il comunismo quali stadi sociali dello sviluppo umano
sono in grado di offrire al proletariato e, quindi, all’umanità intera uno sviluppo
democratico. Il socialismo effettua la nazionalizzazione, cioè la socializzazione dei
mezzi di produzione e delle unità economiche e, così facendo, sottopone le risorse
produttive della nazione al soddisfacimento dei bisogni dei lavoratori. Il sistema
politico, giuridico, legale e statale del socialismo serve a salvaguardare gli interessi del
proletariato e a rendere possibile l’autoorganizzazione e autogestione del popolo
lavoratore atraverso le istituzioni statali e partitiche. Lo stato può sempre essere
considerato come lo strumento di governo della classe dirigente. Mentre nelle società
con antagonismi di classe è la classe minoritaria e sfruttatrice a detenere il cotrollo
dell’apparato statale e ad utilizzarlo per sfruttare e reprimere il popolo lavoratore, nel
socialismo l’unica categoria di individuo possibile è quella del proletario, il quale
possiede, insieme a tutto il popolo lavoratore, in forma collettiva i mezzi di produzione
e li gestisce sia nel proprio interesse che nell’interesse dell’arricchimento di tutta la
società.
Lo stato socialista: Considerazioni generali sul carattere del potere statale e sulle sue forme
Secondo i clasici del marxismo-leninismo, lo stato fa parte della sovrastruttura
della società. Mentre l’economia e la struttura classista della società costituisce la base
materiale dello sviluppo sociale, la sovrastruttura, la quale racchiude fenomeni
appartenenti all’organizzazione sociopolitica e alla vita spirituale, culturale e ideologica
della società, presenta un certo grado di autonomia rispeto alla base, ma il suo sviluppo
e la sua evoluzione vengono sempre determinate, in ultima istanza, dalle esigenze di
sviluppo della base economica e dei suoi cambiamenti.
In una società classista con rapporti antagonistici fra le classi sociali, ad esempio
nel capitalismo, lo stato è lo strumento attraverso il quale la classe dominante e
sfruttatrice esprime la propria volontà e organizza l’economia e la società in base alle
proprie esigenze. Nel corso della rivoluzione socialista, l’ultima classe sfruttatrice della
storia, la classe capitalista, viene espropriata e il popolo lavoratore diventa il denentore
del potere politico, economico e sociale. Quindi, lo stato si trasforma in uno strumento
nelle mani del proletariato socialista, cioè del popolo intero, per esprimere la propria
volontà di edificare il comunismo, di arricchire se stesso e la comunità attraverso lo
sviluppo delle forze produttive e per autoorganizzarsi ed autogovernarsi. Questo stato
può veramente autodefinirsi democratico, al contrario dello stato capitalista, nel quale,
nonostante esso si definisca democratico, la proprietà privata dei mezzi di produzione
e lo sfruttamento del proletariato da parte dei capitalisti rivela il carattere oligarchico e
dittatoriale di tale sistema.
Gli stati possono essere suddivisi in diversi tipi e in diverse forme. Il tipo di stato
esprime il carattere del potere statale, il quale viene determinato in base al tipo di classe
che si trova al potere, ad esempio classe di proprietarii di schiavi, classe feudale, classe
capitalistica, classe operaia. La forma di stato è una subcategoria del tipo di stato e
indica in che modo il potere classista di una certa classe sociale viene declianto in
forme conrete. Per definire il carattere di uno stato, è sempre essenziale considerare il
tipo di stato, cioè la classe che si trova al potere. Ad esempio, anche lo stato schiavista
presenta varianti “democratiche”, ad esempio la democrazia ateniese nell’antichità o la
democrazia borghese nella fase attuale del capitalismo occidentale, così come varianti
autoritarie, a esempio la tirannide nell’antichità, la monarchia assoluta nel medioevo
feudale, la dittatura fascista o nazista nell’età moderna. Comunque, tutte queste forme
di stato si reggono sulla proprietà privata dei mezzi di produzione e delle unità
economiche da parte delle classi sfruttatrici e, quindi, anche nelle sue varianti
“democratiche” costituiscono sempre l’assenza di democrazia e libertà per le classi
sfruttate e oppresse.
Lo stato socialista è un tipo di stato nel quale la classe lavoratrice è la denentrice
del potere. Questo stato può assumere diverse forme, ad esempio la comune, il potere
sovietico e la repubblica popolare. La comune venne attuata in Francia nella seconda
metà dell’ottocento e costituì il primo tentativo del proletariato di gestire il potere
statale nel proprio interesse. Il potere dei soviet si cristallizzò in Unione Sovietica nella
prima metà del XX secolo e si caratterizzò per le sue forme specifiche di democrazia
per il proletariato rispetto agli stati borghesi. La democrazia poplare si sviluppò nei
paesi socialisti liberati dal nazifascismo dopo la seconda guerra mondiale e venne
caratterizzata da una certa continuità fra le istituzioni, le forme di governo e i partiti di
questi stati nella fase di sviluppo capitalista e in quella socialista. In ogni caso, queste
sono le forme principali attraverso le quali il proletariato ha finora espresso la sua
forma di autoorganzzazione statale.
Lo stato socialista conosce due fasi di sviluppo: la dittatura del proletariato e lo
stato del popolo intero. Nella prima fase, il proletariato si autogoverna
democraticamente e reprime le classi sfruttatrici spodestate ed espropriate. La dittatura
del proletariato significa democrazia per i lavoratiori e dittatura per gli ex-sfruttatori.
Nella fase dello stato del popolo intero, le classi sfruttatrici hanno cessato di esistere e
la democrazia è accessibile a tutto il popolo, costituito oramai solo da lavoratori
appartenenti a diverse categorie.
Lo stato socialista: Caratteristiche
Nel socialismo, come già tratteggiato sopra, il detentore del potere statale è il
popolo lavoratore. Ciò viene reso possibile sia dalla nazionalizzazione dei mezzi di
produzione che dalla centralizzazione del potere politico ed economico nelle mani del
proletariato. Tali obiettivi vengono raggiunti grazie all’espropriazione dei capitalisti,
l’istituzione della proprietà statale e socialista dei mezzi di produzione e la
concentrazione del potere politico nelle mani dello stato socialista e del partito
marxista-leninista. L’appartato statale e partitico, che funziona in base al centralismo
democratico e unisce la democrazia per i proletarii insieme all’efficenza della presa di
decisione per i collettivi e la società intera, cosituisce la garanzia principale per il potere
della classe operaia all’interno della società.
La centralizzazione del potere politico nelle mani del partito comunista, il
monopolio politico e ideologico del partito marxista-leninista non sono espressione di
una dittatura, come vorrebbero far credere gli anticomunisti, bensì la principale
garanzia di democrazia per il popolo lavoratre. Infatti, L’esistenza di partiti opposti che
rivaleggiano per ottenere voti l’uno a scapito dell’altro e per salire al potere nel sistema
liberale borghese non funge da pilastro della democrazia in questo sistema. In primo
luogo, a prescindere dall’esito delle elezioni il capitale è concentrato nelle mani dei
capitalisti i quali non lavorano, ma si appropriano del plusvalore prodotto dal
proletariato e conducono un’eistenza parassitaria. In secondo luogo, la concorrenza
politica fra i partiti politici in un sistema parlamentare borghese non è espressione di
democrazia vera e propria, ma di contrapposizione fra clasi sociali antagonistische e
opposte le quali si autoorganizzano attraverso i partiti politici e si contendono il potere
statale. D’altra parte, nel socialismo esiste solo il proletariato, suddiviso in operai,
contadini, impiegati ed intellettuali, il quale costituisce una classe che racchiude tutto
il popolo e condivide lo stesso interesse, cioè lo sviluppo delle forze produtive e il
raggiungimento del comunsmo. Nel socialismo, non esiste più la necessità di
consentire lo scontro fra partiti politici opposti quale espressione degli antagonismi di
classe. La democrazia socialista si esprime attraverso la partecipazione politica e
democratica di tutte le fasce della popolazione agli affari statali attraverso il partito
comunista e le strutture dello stato socialista. Inoltre, se vengono tollerati altri partiti
nel sistema socialista, tali partiti sono obbligati a riconoscere il ruolo guida del partito
marxista-leninista e l’obiettivo comune dell’edificazione del comunismo.
Lo stato socialista svolge diverse funzioni. Alcune funzioni lo accomunano con
tutte le tipologie di stato. Tuttavia, lo stato socialista presenta una serie di funzioni
caratteristiche per esso che derivano dal caratetre socialista e proletario del potere
statale. In primo luogo, la funzione più importante dello stato socialista è quella
economico-organizzativa. Il socialismo quale stadio di sviluppo della formazione
socioeconomica comunista si basa sulla proprietà statale dei mezzi di produzione e
sll’economia pianificata. Questi due pilastri del sistema esigono forme organizzative e
istituzioni volte a promuovere lo svluppo pianificato delle forze produttive,
dell’economia e della società all’insegna della massimizzazione del benessere dei
proletarii, i detentori del potere statale, politico ed economico. Poiché nel socialismo
esistono ancora i rapporti fra merce e denaro e le differenze fra lavoro manuale ed
intellettuale così che il divario fra città e campagna, lo stato deve anche controllare la
distribuzione del lavoro, del denao e dei beni di consumo così come dei mezzi di
produzione in bsae al lavoro degli individui e delle esigenze sociali. Inoltre, va anche
notato che, nonostante gli antagonismi di classe cessino di esistere nel socialismo
grazie all’espropriazione della classe capitalista, sussistono ancora differenze fra gli
operai, i contadini e gli intellettuali. Ciò significa che i rapporti fra classi che sono unite
dalla cooperazione, ma che presentano comunque specifiche differenze nel loro lavoro,
nella loro mentalità e nel loro grado di partecipazione alla produzione della ricchezza
materiale e spirituale della società esigono un controllo statale della comunità. Lo stato
è chiamato a dominare l’economia proprio per permettere alla classe lavoratrice di
sottoporre l’economia ai proprii inetressi e al bene comune.
In secondo luogo, lo stato svolge una funzione culturale-eductiva. Infatti, lo stato
socialista funge da guida ideologica e spirituale del proletariato socialista e insegna al
proletariato attraverso la teoria e la prassi ad autoorganizzarsi ed autogestirsi attraverso
gli organi statali e partitici. Il proletariato deve appropriarsi della conoscenza del
marxismo-leninismo per capire l’essenza e la legittimità della propria causa e per
identificarsi con la causa dell’edificazione del comunismo. La fase di sviluppo
comunista della società, nella quale lo stato si trasforma nell’amministrazione diretta
sociale da parte dei lavoratori e dei membri della società, richiede un livello altissimo
di identificazione morale ed ideologica con gli standard del marxismo-leninismo. Solo
così sarà possibile fare a meno dei rapporti fra merce e denaro e si potrà passare al
soddisfacimento gratuito e diretto dei bisogni dei lavoratori senza far ricorso alla forma
merce e al denaro. In questo stadio sociale, verrà anche soppressso il divario fra città e
campagna così che come fra lavoro manuale e intellettuale. I lavoartori svilupperano
una coscienza morale e politica più elevata e considereranno il proprio lavoro come
bisogno primario. Ciò farà in modo che ognuno lavori in base alle proprie capacità e
così si massimizzeranno le forze produttive.
In terzo luogo, lo stato socilaista è volto a difendere le conquiste della
rivoluzione da attacchi interni ed esterni e a difendere la legalità socialista. Dopo
l’instaurazione del socialismo, le classi spodestate dal potere non si abituano subito alla
loro disfatta e tentano di ripristinare il capitalismo con annesso sfruttamento del
proletariato. Quindi, fanno ricorso al loro denaro, ai loro rapporti istituzionali e alle
potenze estere. Lo stato socialista è obbligato a reprimere con decisione ogni tentativo
di restaurazione del capitalismo neutralizzando la resistenza della classe capitalista
espropriata, la quale si trova dalla parte oggettivamente sbagliata della storia. Inoltre,
lo stato socialista deve difendersi dagli atacchi degli stati imperlaisti a livello
internazionale e, per fare ciò, è necessario disporre delle forze armate e degli organi di
sicurezza. Infine, anche in una fase più sviluppata de socialismo, nella qaule le exclassi sfruttatrici non eistono più, è sempre necesario difendersi dagli attacchi
sovversivi e controrivoluzionarii delle potenze capitaliste straniere e di reprimere
fenomeni di criminalità diretta contro i concittadini dello stato socialista o contro le
istituzioni di tale stato. E sempre possibile che singoli individui commettano atti
criminali contro i propri concittadini o conro gli interessi dello stato e del partito,
violando così le leggi dello stato socialista. In questo caso, è essenziale che esista un
sistema di sicurezza, un sistema legale e giuridico così che come un sistema punitivo
per eliminare gradualmente o per lo meno minimizzare il crimine. In ogni caso, questi
fenomeni sono marginali perché il socialismo coincide con gli interessi di tutto il
popolo proletario.
L’organizzazione statale del socialismo presenta alcune peculiarità. Ad esempio,
i vertici che governano il paese socialista sono sia i vertici di partito, ad esempio il
comitato centrale del partito comunista con il suo segretario generale, che il governo,
composto da un primo ministro e dal consiglio dei ministri. I ministeri sono organizzati
sia in base alle sfere di attività statale che in base ai rami dell’economia e alle categorie
di prodotti. Infatti, nel sistema dell’economia pianificata lo stato compare come
proprietario delle unità economiche e gestisce, attraverso gli organi statali quale la
commissione pianificatrice centrale e i ministeri, l’economia in base ai piani economici,
specialmente quelli quinquennali. Lo stato svolge un ruolo dominante in economia e,
poiché il denentore del potere statale nel socialismo è il proletariato, è il popolo
lavoratore, in ultima analisi, a gestire in modo socializzato l’economia nel proprio
interesse, che corrisponde al bene di tutta la società. Il parlamento socialista rispecchia
sia la struttura territoriale che quella etnica e nazionale della popolazione e non
costituisce, come nello stato borghese, solamente un organo responsabile della
legislazione, bensì anche dell’esecutivo. Infati, già Lenin teorizzò che il parlamento
socialista, da lui denominato soviet per distinguerlo dalla tradizione liberale borghese,
dovesse svolgere non solo il compito di discutere ed emettere leggi, bensì anche di
esercitare, insieme agli altri organi di governo, il potere esecutivo. Ciò costituisce
un’innvazone politica del sistema socialista.
Lo stato socialista funge da rappresentante degli interessi del popolo lavoratore
grazie alla sua natura. Il fatto che esistano funzionari di stato e quadri di partito non
contraddice l’esistenza della democrazia in questo sistema. In primo luogo, già i teorici
del socialismo quali Marx, Engels e Lenin avevano spiegato che il rozzo egualitarismo
non può essere applicato nel socialismo e che i lavoratori di ogni tipo nel socialismo
devono essere retribuiti in base alla quantità e alla qualità del proprio lavoro. Poiché
nel socialismo sussistono ancora la divisione fra lavoro manuale e intellettuale e esiste
ancora il rapporto fra merce e denaro, esistono ancora dislivelli economici fra gli
individui in base alle loro qualificazioni e competenze. Tuttavia, ciò non significa che
esiste sfruttamento o oppressione. In secondo luogo, tutti i membri della società
socialista, inclusi i quadri di partito e i funzionarii di stato, hanno lo stesso rapporto di
proprietarii di mezzi di produzione e detentori del potere statale. Quindi, nessuno si
appropria del lavoro altrui o dei frutti del lavoro altrui. Ogni individuo percepisce uno
stipendio in base alle proprie qualificazioni, alla propria responsabilità e in base alla
qualità e quantità del proprio lavoro. In terzo luogo, nel socialismo vige l’economia
pianificata e, quindi, la piena occupazione. Il lavoro non è più una merce, bensì un
diritto inalienabile di ogni membro della società e lo stato è obbliagto a fornire un
lavoro a ogni cittadino in base ai suoi interessi, alle sue capacità, al suo livello di
istruzione e alle esigenze della società. Ciò indica che ogni membro della società ha
l’onore, la possibilità, il diritto e il dovere di lavorare per il bene comune e per il proprio
benessere.
Il partito comunista
Il partito comunista può essere o il solo partito esistente nel sistema politico
socialista oppure il partito dominante al fianco di altri partiti alleati nel parlamento
socialista. In ogni caso, il ruolo guida del partito comunista marxista-leninista deve
essere sancito dalla costituzione e garantito materialmente dal potere proletario
all’interno della società. In questo modo, è possibile salvaguardare il carattere
proletario del potere politico e può essere esclusa una restaurazione del capitalismo. Il
potere politico del partito comunista garantisce che il popolo lavoratore si autogoverni
con successo.
Il partito racchiude in sé i membri più consci del proletariato che hanno studiato
l’ideologia marxista-leninista e che hanno capito approfonditamente le leggi dello
sviluppo sociale. In questo modo, i quadri del partito possono sostenere il popolo
nell’edificazione socialista e nella propria presa di coscienza circa la propria missione
storica della costruzione della società senza sfruttamento e senza classi. In questo senso,
per garantire l’unità fra il popolo e il partito, è essenziale accettare nelle fila del partito
esponenti di tutte le classi sociali. Infatti, è necessario accettare un gran numero di
operai, impiegati e contadini, per sottolineare il carattere proletario del partito, ma
anche di esponenti della classe degli intellettuali che si contraddistinguono per alte
capacità nel loro campo di attività e che sono caratterizzati da un elevato livello di
coscienza ideologica marxista-leninista. Il partito deve essere meritocratico e far
avanzare i membri sia più capaci che più ideologicamente formati.
Il principio organizzativo costitutivo del partito comunista e dello stato socialista
è il centralismo democratico. Questo principio combina la democrazia per le masse e
per i membri del partito con l’efficienza d’azione e della presa di decisione del sistema
partitico e statale. Le linee guida del centralismo democratico sono le seguenti:
elezione di tutte le cariche del partito a tutti i livelli dai membri del partito alla base e
negli organi competenti, subordinazione dei livelli inferiori a quelli superiori, dovere
di render conto dello stato delle cose dei livelli più alti nei confronti della base e dei
livelli più bassi, discussione democratica delle posizioni del partito e delle decisioni da
prendere, subordinazione della minoranza sotto la maggioranza, obbligo di tutto il
partito e/o dei livelli rispettivi di mantenere la linea adottata in maggioranza o della
decisione presa in maggioranza. Il centralismo democratico è la forma di democrazia
più adatta al proletariato come costruttore della nuova società.
Le organizzazioni sociali
Le organizzazionis sociali costituiscono una componente del sistema dello stato
e della società socialiste. Svolgono una funzione di sostegno nei confronti del ruolo
guida del proletariato all’interno della società e favoriscono lo sviluppo della
democrazia per le masse dei lavoratori. Esistono diverse organizzazioni sociali a
seconda dei propri scopi. Due di esse ricorpono un’importanza fondamentale:
l’organizzazione giovanile e i sindacati.
L’organizzazione giovanile racchiude in sé i giovavi comunisti, in base
all’esperienza degli stati socialisti addirittura tutta la fascia giovanile della popolazione
fino a una certa età, prepara i futuri membri del partito comunista a svolgere le loro
funzioni all’interno dle partito, insegna alle giovani generazioni il marxismo-leninismo,
sviluppa la socialità all’interno della gioventù e aiuta a rendere più felice l’età giovane
dei cittadini dello stato socialista.
I sindacati sono organizzati in base al raggruppamento dei lavoratori secondo al
proprio lavoro. Mentre nel capitalismo assumono un atteggiamento ostile nei confronti
dello stato, il quale salvaguardia solo gli interessi della classe dominante, nel
socialismo i sindacati cooperano con il potere statale, il quale difende e rappresenta
solo gli interessi dei lavoratori, e sostengono i lavoratori nell’amministrazione delle
aziende statali, del sistema produttivo e dell’economia. Possono essere definiti come
scuole del comunismo e come scuole della gestione operaia dell’economia.
Lo stato socialista presenta anche altre organizzazioni sociali in base agli
interessi dei cittadini dello stato socialista e/o in base agli interessi dello sviluppo
sociale. Le organizzazioni sociali fanno parte del sistema statale e sociale socialista e
favoriscono la gestione democratica dello stato da parte dei lavoratori.
Conclusioni
La forma sociale attraverso la quale il proletariato vittorioso deve organizzarsi
dopo la rivoluzione socialista, è lo stato. Lo stato costituisce lo strumento della classe
operaia per lo svolgimento del processo economico e dell’edificazione graduale del
comunismo. Mentre la variante classica marxista-leinista del comunismo perseguisce
la trasformazione dello stato in società senza classi con una proprietà popolare dei
mezzi di produzione e con una autogestione diretta della società da parte del popolo, il
marxismo-leninismo chiarisce comunque che, nella fase socialista di sviluppo, lo stato
deve esistere per un lungo periodo. Solo in questo modo si può organizzare la società
nella prima fase dell’edificazione del comunismo, il popolo lavoratore può organizzarsi
per soddisfare i propri bisogni e il partito comunista può aiutare i lavoratori ad
appropriarsi dell’ideologia marxista-leninista e comprendere la propria missione storica.
Di conseguenza, è di primaria importanza studiare e sviluppare la teoria marxistaleninista dello stato e del diritto, in particolare in considerazione delle esperienze di
socialismo attuate nel XX secolo. Lo stato socialista e il diritto socialista sono strumenti
di autogoverno della classe operaia e devono essere elaborati dettagliatamente per
essere messi in atto.
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