Partito Comunista – Federazione Estero

Categoria: Politica

By Redazione

Rivolta in Nepal: L’ombra delle potenze straniere

La rivolta in Nepal non appare come un semplice movimento spontaneo, ma come una tipica rivoluzione colorata orchestrata dalle potenze occidentali. Il partito comunista del Nepal è oggi sotto attacco, mentre gli USA cercano di destabilizzare la sovranità nazionale sfruttando la generazione Z e le proteste studentesche.

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By Redazione

Emigrazione Giovanile: Lettera Aperta di un Figlio della Sicilia all’Estero

Questa testimonianza documenta le contraddizioni sistemiche che attraversano la formazione sociale italiana, manifestandosi attraverso la divisione strutturale tra Nord industrializzato e Mezzogiorno sottosviluppato. L’esperienza biografica dell’autore illustra come le masse lavoratrici meridionali vengano sistematicamente espulse dai processi produttivi locali, costrette alla migrazione interna prima e internazionale poi.
Il fallimento del “ritorno al Sud” rivela l’impossibilità di una trasformazione spontanea delle condizioni materiali: l’assenza di rapporti di produzione trasparenti, la diffusione del lavoro nero come forma di super-sfruttamento, e la persistenza di relazioni clientelari che sostituiscono i meccanismi di allocazione delle risorse produttive. Questi fenomeni non rappresentano disfunzioni temporanee, ma elementi strutturali funzionali al mantenimento dell’egemonia delle classi dominanti.
L’emigrazione verso l’estero dimostra come il capitale internazionale riesca a valorizzare le stesse forze produttive che il capitalismo periferico italiano spreca sistematicamente. La richiesta di “cambio radicale” sottende la necessità di una trasformazione dei rapporti di forza che permetta alle classi subalterne di riappropriarsi del controllo sui processi di sviluppo territoriale, rompendo la dipendenza strutturale che condanna il Mezzogiorno alla marginalità economica permanente.

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Elezioni in Ecuador: Noboa Trionfa tra Polemiche e Tensioni Geopolitiche

Le elezioni presidenziali in Ecuador del 13 aprile hanno visto la vittoria di Daniel Noboa, candidato di destra, con il 55,62% dei voti contro il 44,38% di Luisa Gonzáles di Revolución Ciudadana. Nonostante le previsioni di un testa a testa e il sostegno del Movimento Pachakutik a Gonzáles, il risultato ha sorpreso gli analisti. Le accuse di brogli elettorali e le polemiche sullo stato di emergenza dichiarato da Noboa, insieme alle critiche per violazioni dei diritti umani, hanno alimentato tensioni. L’Organizzazione degli Stati Americani ha espresso riserve sul voto. Il contesto si inserisce nella transizione verso un mondo multipolare, con gli Stati Uniti che cercano di mantenere il dominio in America Latina, mentre paesi come Brasile, Colombia e Messico guardano ai BRICS. Divisioni regionali emergono, con il Cile allineato agli USA e il Messico di Claudia Sheinbaum in opposizione. Il Brasile di Lula, pur protagonista nei BRICS, mostra compromessi, riconoscendo la vittoria di Noboa. Il caos in Ecuador sembra parte di una strategia USA per indebolire i movimenti progressisti in America Latina.

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