Prostituzione: Quintessenza della barbarie capitalista
La prostituzione è fra le attività più soggette al barbaro sfruttamento capitalista, la mancanza di prospettive di lavoro spingono milioni di donne e persone LGTBI ad intraprendere questa terribile strada, ma che fine fanno tutte queste persone quando non sono più appetibili alle richieste di questo mercato oscuro? Difficilmente una donna o una persona LGTBI può sostenere questa vita fino a tarda età e quindi si troverà in futuro senza nessun tipo di sostentamento.
Da una ricerca condotta dalle Compagne del Partito Comunista Estero siamo venute a conoscenza di quanto segue: in Italia si prostituiscono più di 120.000 donne, 15.000 trans e 8.000 uomini, la regolamentazione sulla prostituzione è illegale, a questo ci aggiungiamo lo sfruttamento effettuato dai “protettori”; parliamo di un fatturato che si aggira attorno ai 90 milioni di euro mensili.
In Germania dal 2002 l’attività della prostituzione è legale. Nel 2019 erano circa 32.800 le persone registrate, a queste è stato istituito l’obbligo del profilattico, ma le donne o persone LGTB appartenenti ai ceti più deboli e molte volte tossicodipendenti, vivono e svolgono questa attività per strada, operando in nero, per cui divengono facile preda di malintenzionati; gli abusi e le rapine sono all’ ordine del giorno, inoltre per una somma di denaro più alta assecondano le richieste dei clienti di non usare il profilattico.
In Spagna la questione prostituzione si trova in un “limbo”, infatti la legislazione rende questa attività né legale né illegale, lo sfruttamento si fa più barbaro quando si tratta di donne provenienti dall’America Latina, dall’Europa dell’ Est o dall’Africa, parliamo di una vera e propria “TRATTA DEGLI SCHIAVI” con relativo caporalato, queste persone oltre ad accollarsi le spese del viaggio pagano ai loro sfruttatori 75€ giornaliere per vitto e alloggio, più varie sanzioni se non portano abbastanza soldi a fine giornata, che supera senz’altro le 8 ore! Tutto in nero, nessuna protezione nessuna assicurazione sociale!
In Svezia nel quartiere SALAFISTA di RINKEBY si assiste alla doppia morale del fanatismo islamico, che tollera la prostituzione come fonte di guadagni per il finanziamento della guerra santa.
In Grecia la prostituzione è legale se effettuata nei bordelli. Dopo la grande crisi del 2009, molte donne che hanno perso il lavoro si sono viste costrette ad intraprendere questa attività, molte di loro hanno preferito emigrare in Svizzera, le prostitute che sono rimaste in Grecia affrontano tutti i problemi legati alla crisi economica che affligge il paese, per cui l’importo delle prestazioni è molto diminuito, questo non permette più il versamento delle quote obbligatorie pretese dal padrone del bordello come: l’affitto della camera in cui svolgere l’attività e le misure mediche di protezione e profilassi e quindi sono ulteriormente vessate.
In tempo di pandemia da covid-19 queste persone sono rimaste disoccupate, e non potendo ricevere nessun tipo d’indennizzo sono in grave difficoltà. L’attività della prostituzione porta nelle tasche dei capitalisti guadagni incalcolabili.
Le prostitute e le persone LGTB che praticano questa attività sono considerate come carne da macello, manovalanza a basso e molte volte zero costo.
Come Compagne del Partito Comunista Federazione Estero denunciamo questo scempio, ma siamo il Partito dei lavoratori, i diritti sociali non esistono se non accoppiati ai diritti civili e viceversa. La dignità della persona non va monetizzata, per la nostra visione marxista bisogna mettere sempre il contrasto tra capitale e lavoro.
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