
Il neoliberismo impoverisce la Germania
Le politiche neoliberiste e imperialiste del governo tedesco impoveriscono sempre più cittadini in Germania!
Nel 2022, la tendenza secondo la quale i salari reali diminuiscono si è intensificata e nel terzo trimestre del 2022, il calo dei salari reali era già del 5,7%.
Adesso ammettono pure i sindacati e i giornali borghesi che la crisi in Germania è in pieno atto. Secondo il rapporto della DGB (Confederazione sindacale tedesca) a seguito di uno studio riportato dalla Süddeutsche Zeitung, gli effetti dell’inflazione si possono sentire:
“L’Ufficio Federale di Statistica ha stimato il 7,9% per l’intero 2022, la cifra più alta dal 1951. Per compensare le difficoltà, il governo federale ha fornito pacchetti di aiuti per circa 200 miliardi di euro. Alcuni di questi, come i pagamenti una tantum per adulti e bambini o il biglietto da nove euro per il trasporto pubblico, valido da giugno a fine agosto, sono andati a beneficio anche dei beneficiari di Hartz IV.
Nel complesso, tuttavia, secondo i calcoli del DGB, gli sgravi non sono riusciti a compensare di gran lunga l’inflazione. Un genitore single disoccupato con un figlio di dieci anni perde circa 750 euro all’anno, una persona sola 470 euro, una coppia con due figli di 14 e 16 anni circa 1600 euro. Per le persone che hanno integrato la loro pensione o il loro stipendio, le perdite sono state leggermente inferiori, in quanto avevano anche diritto all’assegno forfettario, causa carovita energia, del governo federale di 300 euro”.
Come può un genitore single disoccupato con un figlio di dieci anni recuperare 750 euro all’anno, ovvero oltre 60 euro al mese? Alla coppia con due figli mancano addirittura più di 130 euro al mese.
Almeno il 40% dei tedeschi viveva già in uno stato di notevoli difficolta prima del Covid, ora la loro situazione è drammaticamente peggiorata. La Süddeutsche Zeitung scrive:
“È probabile che le perdite abbiano colpito duramente i beneficiari del reddito di base, poiché molti di loro non hanno alcuna riserva finanziaria. Devono spendere gran parte del loro denaro per il cibo, i cui prezzi sono aumentati in modo particolarmente marcato. Le “Tafeln” (Banchetti alimentari) hanno recentemente registrato numeri record perché sempre più persone non riescono più a gestire le tariffe Hartz IV”.
Nel 2022, il numero di persone che dipendono dalle cosiddette “Tafeln” in Germania è aumentato del 50% e un terzo delle “Tafeln” ha annunciato lo stop all’ingresso di “nuovi clienti”, come vengono politicamente e vergognosamente chiamati i bisognosi. Il governo tedesco si appoggia, da anni, sugli aiuti dei banchetti alimentari.
Adesso che la crisi economica e sociale, con la guerra in Ucraina, sta peggiorando, è evidente che molte persone non riescono più a sopravvivere con il loro reddito.
Le conseguenze delle decisioni dell’UE
I media hanno recentemente riportato che l’inflazione è scesa all’8,6% a dicembre, dopo aver superato il 10%. Questo calo non è affatto un segnale di ripresa, perché nel dicembre dello scorso anno, l’inflazione era già salita al 5,3%, quindi era già insolitamente alta, quindi parliamo solo del classico gatto morto che rimbalza.
Questa situazione dimostra che l’affermazione dei politici e dei media secondo cui l’alta inflazione – e quindi l’impoverimento della Germania – sarebbe una conseguenza della “guerra di aggressione di Putin” non è vera. L’inflazione è aumentata bruscamente già nel 2021, molto prima dell’intervento russo in Ucraina, a causa delle misure del Covid e della politica energetica sbagliata dell’UE. Questa tendenza si è rafforzata nel 2022, quando l’UE ha deciso di non acquistare più gas russo.
Questa decisione dell’UE ha portato direttamente all’attuale inflazione, che è in gran parte dovuta all’esplosione dei costi energetici e che, tra l’altro, è la più alta inflazione mai registrata dalla fondazione della Repubblica Federale. Si può dire tutto quello che si vuole sull’intervento della Russia in Ucraina, ma il fatto è che sono state le decisioni dell’UE ad essere responsabili dell’impoverimento, non Putin.
Che fare? Qual è la nostra proposta?
Gli attuali provvedimenti del governo tedesco non aiutano – anzi! – le classi sociali più povere. Noi come Partito Comunista – Federazione Estero condanniamo fortemente le politiche imperialiste che vengono applicate contro la Russia.
Per fermare l’impoverimento dei cittadini, si devono ripristinare i rapporti diplomatici ed economici con la Russia e ricevere di nuovo il gas a basso costo che garantisce una vita più dignitosa per i cittadini e, in particolare, alla classe operaia europea.
Perciò, no alle sanzioni ed invio d’armi contro la Russia! Fuori dalla Nato e dalla UE!