Partito Comunista – Federazione Estero

13/05/2021 By Redazione Non attivi

Le Elezioni Di Madrid

Martedì 4 maggio è stato un giorno di elezioni politiche in una regione fondamentale per la Spagna: la comunità di Madrid. Ha vinto il partito di centro destra, capitanato da Isabel Ayuso, come da pronostico. Il dato che però deve farci riflettere è il crollo della sinistra e soprattutto di Podemos, che si è presentato a Madrid con il suo leader storico Pablo Iglesias, che a seguito di questo fallimento ha deciso (almeno a parole) di abbandonare la politica.

Persino nel “feudo rosso” di Madrid, il quartiere di Vallecas, il centro destra è stato il più votato. Sappiamo bene che questo tracollo non è dovuto alla bravura dei partiti di destra, ma all’inefficienza dei partiti di sinistra. Il dato schiacciante del 45,34% ottenuto dalla destra di Partido Popular contro il 16,08% del PSOE (Partito Socialista Operaio Spagnolo), fa intravedere un infausto domani per la regione Madrilena. L’unica formazione di sinistra borghese dell’ex numero 2 di Podemos, Iñigo e della ex sindaca, Carmena, Más Madrid (Più Madrid), è riuscita ha raccattare un 17,89% ponendosi al secondo posto nell’elettorato della regione. Chi esce sconfitto pesantemente, con il 7,47%, come già preannunciato dalle analisi politiche, è Unidas Podemos (Uniti Possiamo) che, essendo in coalizione governativa con Sanchez al governo centrale, vedrà sicuramente messo in pericolo il suo stesso proseguimento politico a livello nazionale. Queste elezioni sono importanti per tutta la Spagna, in quanto la distruzione prevedibile dei centristi di Ciudadanos, con il 3,7%, non rende più il voto spagnolo frazionabile come nelle ultime elezioni, ma mette in risalto la grande avanzata della destra. Capitolo a parte Vox, con l’8% a Madrid, che perde nettamente la leadership della destra con il PP e quindi viene ridimensionato, anche se, come altrove, rimane lo sconcerto che la maggioranza dei voti li prenda nelle periferie e nei quartieri operai.

La realtà è che la crisi la pagano e la soffrono i lavoratori, mentre i padroni ingrassano ancora di più alle nostre spalle. Infatti le grandi imprese da mesi continuano a licenziare, passando da cassa integrazione a licenziamenti diretti, con settori economici fondamentali, come il turismo, l’edilizia o il settore automobilistico, che stanno vivendo una crisi senza precedenti. I numeri parlano chiaro. In poco più di un anno di pandemia, più di 500 mila posti di lavoro persi, oltre 700 mila lavoratori in cassa integrazione e più dell’85% delle nuove contrattazioni sono precarie. L’immobilismo e le contraddizioni della sinistra “progres”, accentuato dal momento di crisi economica mondiale, ha dato i suoi frutti. Ancora una volta si dimostra che il famoso “voto utile” per sconfiggere la destra non serve a nulla. Scegliere il “male minore” (ammesso e non concesso che questa sinistra socialdemocratica sia il male minore) non aiuta la classe operaia, è semplicemente scegliere l’altra faccia della stessa medaglia, rappresentata da un sistema capitalista che ha come unico scopo quello di difendere gli interessi delle classi più abbienti. L’unica via d’uscita, in questo momento storico in cui il capitalismo sta soffrendo una delle sue più grandi crisi, è l’unione sociale tra le classi lavoratrici di tutti i tipi per cambiare la società, così che siano i lavoratori a comandare e non i padroni.

Noi Marxisti-Leninisti eravamo, siamo e saremo sempre contro il voto utile. Noi siamo per il voto necessario, e l’unico voto necessario per cambiare radicalmente questo sistema marcio e decadente, è quello per il PARTITO COMUNISTA. 

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