Kamala Harris: Il Volto Rosa del Regime
A partire dall’elezione di Kamala Harris a vicepresidente degli Stati Uniti (prima donna vicepresidente nella storia statunitense), si sono sprecate le narrazioni della sinistra americana ed occidentale, dando all’evento un enfasi di una non ben definita “giustizia femminista”. Vorremmo porre la questione da un punto di vista differente, ovvero: quale sarà il futuro della classe lavoratrice americana di sesso femminile con una donna nella carica di vicepresidente?
Sia chiaro, la nostra critica non riguarda il fatto in sé di una donna salita al potere, ma ciò che tale donna rappresenta nello scenario politico americano.
Una donna molto preparata, che si presenta in modo affascinante come una riformista liberale al passo coi tempi. Per abbellire la sua figura pubblica, ha rimodellato la sua storia per stare dentro le richieste politiche, come ad esempio la sua contrarietà alla pena di morte, la depenalizzazione dei reati ai consumatori di marijuana, mostrata a favore dei diritti LGBT, depenalizzazione dei piccoli reati…
Tralasciando il fatto che nella sua storia politica ha sempre fatto il contrario di ciò per cui voleva mostrarsi, da comuniste la nostra analisi non può discostarsi da quella di classe, denunciando quindi il carattere borghese ed imperialista.
Molte donne si sono felicitate di questa nomina a prescindere delle qualità del personaggio, per loro è più che sufficiente che sia del genere femminile, risulta già una grande conquista. Questo modo di pensare non fa avanzare la classe operaia femminile, la fa al contrario arretrare su posizioni esclusivamente borghesi e minori, risultando riduzioniste. Non è questa l’immagine a cui devono aspirare le donne. Inoltre finché esisterà il capitalismo, non importa chi stia nei posti di comando, in questo sistema basato sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, i lavoratori e le lavoratrici avranno solo da perdere. Come donne comuniste rigettiamo la rappresentanza di Kamala Harris, utilizzata in quanto donna al fine di colorare la presidenza di un guerrafondaio.
Rigettiamo questo utilizzo della donna da parte della sinistra, che non avendo più ideali, tenta in tutti i modi di rifarsi una verginità politica, dopo aver abbandonato la classe operaia in favore del più sfrenato liberismo.
Il nostro compito deve essere quello di far prendere coscienza alle donne proletarie della loro classe sociale, che lottino insieme a noi per il cambio di società! Nei secoli le donne sono state alla testa delle lotte per i loro diritti insieme agli uomini e non distaccate da questi, quindi uniamoci in un’unica classe sociale, che combatta le disparità per ristabilire i diritti sociali e per il potere ai lavoratori e le lavoratrici di tutto il mondo.
Per il socialismo!
FEDERAZIONE ESTERO – PARTITO COMUNISTA – COMMISSIONE DONNE
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