GUERRA DEI NERVI NELLA MANICA
Il lungo braccio di ferro tra la Francia e la Gran Bretagna per la pesca.
Per i francesi, il punto di tensione sono le due isole Jersey e Guernesey che dipendono dalla monarchia inglese ma hanno due governi distinti e si trovano a poche miglia dalle coste francesi.
Le isole hanno firmato un accordo nel 1996 con il Regno Unito per la gestione comune della pesca e per questo, il tema viene gestito de facto da Londra. I pescatori della Normandia e della Bretagna navigano e pescano in quelle acque. Facciamo una breve cronologia degli eventi:
1° gennaio 2021: finisce il periodo di transizione e la Gran Bretagna conclude il divorzio con l’Unione europea dopo il referendum sulla Brexit del 2016. Gli accordi post-Brexit sulla pesca prevedono:
- accesso alle acque britanniche fino a giugno 2026 per le navi degli stati UE fino a giugno 2026 e viceversa con reciproco obbligo di licenza emessa dalla controparte. Le licenze sono emesse a condizione che i pescherecci dimostrino di aver pescato in una certa area tra il 1° febbraio 2017 ed il 31 gennaio 2020. (Ciò può risultare difficile per le piccole imbarcazioni sprovviste di sistema di localizzazione satellitare).
- i pescherecci britannici avranno garantita una percentuale più alta del pescato in acque britanniche. La quota riservata ai pescherecci degli stati UE diminuirà’ del 15% nel 2021 e di un ulteriore 2.5% ogni anno fino al 2026.
- dal 2026, le quote di pescato verranno negoziate annualmente.
- dal 2026, entrambe le parti potranno escludere i pescherecci della controparte dalle proprie acque.
Maggio 2021: i pescatori francesi sbarcano sull’isola di Jersey per far pressione sul governo britannico.
Novembre 2021: a oggi le licenze emesse ai pescherecci francesi sono:
- 113 licenze permanenti
- 49 licenze temporanee in scadenza a fine gennaio
- 55 richieste respinte
Secondo Parigi un numero inferiore a quelle promesse da Londra.
La ministra del mare e il segretario di stato per gli affari europei francesi insistono sul fatto che la Gran Bretagna non rispetta l’accordo della Brexit.
La minaccia è quella di prendere provvedimenti a sfavore dei prodotti britannici.
I pescatori francesi volevano proibire alle navi inglesi di sbarcare in Francia e ridurre la cooperazione economica e universitaria.
La ministra per la quale “non è la guerra, è un combattimento” ha perfino tirato fuori l’arma energetica: ha parlato di tagliare la fornitura di corrente elettrica alle due isole di Jersey e Guernesey. I pescatori di Jersey temono che la Francia non compri più i loro pesci.
Intanto, ad inizio novembre, i controlli sanitari e doganali sono stati rafforzati e si ipotizza di proibire l’accesso della flotta britannica ai porti francesi.
Il governo francese e le autorità europee si pongono verso la Gran Bretagna con atteggiamento punitivo, come testimoniato dalle parole di Macron, che invitava Bruxelles a rendere “più dannoso aver lasciato l’Unione Europea che esserci rimasti”. Questo serve da monito per spaventare i propri popoli e dissuaderli da eventuali uscite dall’UE.
Per il governo di Parigi, la questione può essere anche sfruttata a fini propagandistici per le elezioni presidenziali dell’anno prossimo.
Il governo britannico, messo alle strette dalla forte volontà popolare di lasciare l’UE, cerca in modo “acrobatico” una difesa di facciata di alcune istanze popolari legate alla Brexit, tra cui la tutela dei pescatori, senza però danneggiare l’impianto degli accordi con l’UE, voluti fortemente da gran parte della borghesia britannica che premeva per rimanere nell’Unione.
La tensione pare essersi già allentata e si aprono le porte a un nuovo accordo.
Tale accadimento dimostra ancora una volta come il capitale usi lo schermo delle classi lavoratrici, per farsi propaganda e mostrare il suo falso sorriso buonista che come seguito, ha sempre la firma di qualche accordo che raramente, per non dire mai, vada a tutela e garanzia dei lavoratori.