Geox in Serbia: Milleduecento famiglie lasciate senza lavoro
Il calzaturificio italiano “Geox”, situato a Vranje, a sud della Serbia, ha chiuso la produzione di calzature malgrado un sussidio di più di 11 milioni di euro ricevuto dallo stato serbo e si ritirerà definitivamente dal mercato.
Milleduecento persone rimarranno quindi senza un posto di lavoro.
La situazione potrebbe cambiare solo se lo stato serbo acquistasse la fabbrica “Geox”, ed attraverso un processo di nazionalizzazione, si salverebbero così tutti i posti di lavoro.
Il presidente serbo Aleksandar Vučić sembra però pensarla diversamente ed ha annunciato che la società privata turca “Teklas” che si trova a Vladicin Han, poco distante da Vranje, assumerà immediatamente 250 ex dipendenti di Geox, ma è evidente che sarebbe come spegnere un grosso incendio usando un bicchiere d’acqua.
Così facendo, infatti, non è stato risolto il problema di un gran numero di lavoratori “Geox”.
Dopo che gli imprenditori privati italiani con tutta la loro avidità se ne sono andati, gli ex dipendenti si sono ritrovati senza lavoro e senza alcun modo per garantire la sopravvivenza alle loro famiglie.
Inoltre, anche i pochi fortunati che trovassero lavoro nell’azienda turca “Teklas”non sarebbero certo sicuri di non subire la stessa sorte in futuro.
La Federazione Estero del Partito Comunista è contro la chiusura di questo calzaturificio che ha beneficiato di un cospicuo sussidio. Per l’ennesima volta, si tratta della privatizzazione dei benefici e della socializzazione delle perdite. È al fianco delle famiglie colpite da questo attacco vile del capitalismo italiano sul territorio serbo.