Partito Comunista – Federazione Estero

19/03/2023 By Redazione Non attivi

Francia, lavoratori alla lotta!

I lavoratori francesi alla lotta contro il neoliberalismo !

8 sindacati sono sempre uniti per buttare giù la riformamacronista delle pensioni¹. Grazie all’articolo 49.3², è passatalegalmente senza il voto al Parlamento della Repubblica francese. Scioperi ad oltranza delle raffinerie o dei netturbini, ad esempio, e giornate nazionali di scioperi e manifestazioni di milioni di lavoratrici, lavoratori, disoccupate e disoccupati, gilè gialli, giovani e pensionati, organizzati in modo ottimo dal mese di gennaio 2023, non sono bastati. Però nessuno si rassegna fino a lunedì 20 marzo, giorno in cui potrebbe decadere il governo grazie ad una mozione di censura³ per la quale bisogna che tutte le opposizioni si mettano d’accordo.

Così come i rivoluzionari parigini, il 18 marzo 1871, si sollevarono contro la decisione del governo di Adolphe Thiers di ritirare loro armi e cannoni dopo la sconfitta contro la Prussia, i lavoratori francesi si uniscono e si sollevano contro un presidente e un governo che vogliono imporre le loro decisioni ingiuste poiché sono pilotate dall’Unione del capitalismo finanziario Europea.

La Federazione Estero sezione Enrico Olivetti presente in Francia combatte a fianco dei lavoratori francesi.

« Dalla scuola alla casa di riposo, tutti alle barricate ! »

Proletari di tutti i paesi, uniamoci !

¹ Dopo un primo tentativo di riforma fermato dalle mobilitazioni sociali e dalla pandemia, il governo la ripropone a gennaio. L’obiettivo è quello di respingere l’età pensionistica legale da 62 a 64 anni e di aumentare il numero di persone che pagheranno per 43 annualità. Le donne sarebbero le primevittime perché le loro carriere sono incomplete. Anche i poveri poiché un terzo di questa categoria non supera l’età di 64 anni.Per farla breve, si tratta solo di aumentare la precarietà per tutti gli strati della società tranne la minoranza di ricchi ovviamente.

² Nell’ambito dell’esame di un progetto di legge all’Assemblea Nazionale, l’articolo 49.3 della Costituzione permette l’adozione senza voto di una legge. La prima ministra l’ha già usato 11 volte !

³ La mozione di censura è il principale mezzo di cui dispone il parlamento per mostrare la sua disapprovazione verso la politica del governo e costringerlo a dare le dimissioni. Un minimo di 1 deputato su 10 deve firmarla, va votata non prima di 48 ore dopo il deposito e i voti a favore devono raggiungere la maggioranza assoluta di tutto il Parlamento. Dal 1958, solo una volta, una mozione di censura ha portato il governo a dare le dimissioni.

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