Da Aquila a Pulcino
Tra poco più di un mese la pandemia compirà un anno e questi dodici mesi hanno mostrato in maniera lampante tutte le contraddizioni del capitalismo-imperialismo. Queste contraddizioni si sono palesate fortemente, ridimensionandone al ribasso le quotazioni nell’immaginario collettivo, anche per la locomotiva europea: la granitica Germania. Quel granito si sta sgretolando. La causa principale? La mancanza di una visione d’insieme a lungo termine da parte della coalizione cristiana socialdemocratica (CDU-SPD), che governa da ormai più di vent’anni soprattutto attraverso la figura “rassicurante” di Angela Merkel. Non a caso in Germania è nato un neologismo, coniato sul modo di agire e sul nome della cancelliera: “zu merkeln” , ovvero temporeggiare.
Quando a inizio marzo 2020 sulle TV tedesche scorrevano notizie ed immagini dello scenario pandemico italiano, il governo Merkel ripeteva come una litania che in Germania tutto sarebbe rimasto sotto controllo e non c’era da preoccuparsi , vista la solidità e la superiorità, in numero di letti e terapie intensive, del sistema sanitario tedesco. Tuttavia gli abitanti della Germania, molto preoccupati, chiedevano a gran voce al governo interventi in materia di contenimento del virus. A fine Marzo il governo ha indetto il lockdown per un mese ma ha consentito a vari settori industriali di continuare la produzione, infischiandosene della salute dei lavoratori e del popolo in generale. Inoltre da un lato si chiudevano i confini ma dall’altro si lasciavano aperti canali per i flussi migratori, soprattutto da Polonia e Romania, per lavori stagionali come la raccolta degli asparagi o per i mattatoi, che sono diventati un pentolone dove il virus è prosperato, date l’assenza di norme di sicurezza e igiene sul lavoro (inesistenti anche prima della pandemia con lavoratori ammassati a dormire in più di 20 in container di 15/18mq) e di DPI (mascherine,disinfettanti, etc..).
Categorie come i lavoratori con contratti “minijob” (lavori part-time di 450€ mensili) che sono esclusi da misure di aiuto come cassaintegrazione (Kurzarbeit) , sono stati dimenticati e andranno a finire in Hartz4 (il reddito di cittadinanza tedesco) che è una gabbia dalla quale è difficilissimo uscire.
Fine primavera e l’estate sono trascorse senza precauzioni, con località turistiche piene, e ristoranti, pub, discoteche dove le misure anti-covid si riducevano ad una formale compilazione, anche su fogli improvvisati, dei propri dati che spesso non venivano archiviati rendendo poi di fatto vani i tentativi di tracciamento quando sono scoppiati nuovi focolai.
La Merkel e la sua squadra, da Aprile ad Ottobre, non hanno fatto niente per prevenire la seconda ondata, che paradossalmente ogni giorno veniva data per certa, per effetto di assembramenti dati dall’allentamento totale delle restrizioni. Infatti il governo tedesco era indaffarato in altre cose, come nascondere lo scandalo Wired, dare miliardi su miliardi ad aziende come Lufthansa, Volkswagen, che puntualmente licenziavano in blocco.
Con l’arrivo della seconda ondata, il sistema sanitario tedesco, basato sulle assicurazioni e sul profitto, è andato in crisi, giacché è inutile avere delle terapie intensive se poi non c’è il personale sanitario adatto e formato in numero sufficiente per farle funzionare. Di fronte ad un virus più aggressivo e senza braccia sufficienti per poter curare i malati, la Merkel da Novembre ha deciso di indire un secondo lockdown, segnando un destino nefasto per moltissime piccole attività.
Infatti gli aiuti tardano ad arrivare e molte attività è da novembre che non ricevono un centesimo, ma come sopraddetto se non sei una grande azienda puoi anche morire, al politico di turno cambierà poco.
A settembre la Merkel abdicherà, nel suo partito è già partita da mesi e mesi la lotta al trono, ed è evidente la corsa per salvaguardare poltrone e privilegi anziché fare gli interessi del popolo. Ci sono diversi personaggi pittoreschi come candidati premier, ministri attuali che in questa pandemia hanno mostrato i propri limiti e la loro totale dedizione alla salvaguardia degli interessi dei centri finanziari invece che quelli dei lavoratori.
Inoltre a fine Marzo, salvo proroghe, cadrà il blocco per dichiarare fallimento. Dai dati emerge che ci sono più di 2000 aziende con le carte già compilate e pronte che aspettano solo che cada il blocco per presentare fallimento.
Si preannunciano tempi duri, a cui la Germania non era più abituata, soprattutto nel gestire il malcontento che c’è tra la popolazione ed il potenziale allontanamento dagli assetti che contano.