Situazione italiani all’estero.
Tra licenziamenti e istituzioni disastrose
Entro l’autunno in 300 milioni verranno lasciati senza lavoro, compresi migliaia di italiani espatriati, tra lavoratori e piccoli imprenditori. Dagli eletti all’estero che fanno parte di questo governo solo verbi al condizionale. Un ministro degli Esteri assolutamente incapace, ciò che fa la Farnesina è solo cambiare gli ambasciatori nei punti chiave politici per i suoi fini propagandistici, mentre gli espatriati per tornare in Italia hanno pagato profumatamente i viaggi aerei alle compagnie aeree private, forse otterranno, se ne hanno i requisiti, 400 euro al mese per due mesi. Si lavano la coscienza aumentando da 4 a 6 milioni di euro gli aiuti per coloro che, a causa della pandemia, si trovano in difficoltà, ma questa è di fatto un aumento della mancetta, non di certo una risoluzione al problema. Nel frattempo il sistema consolare medioevale soccombe sotto l’egida di tagli al personale che hanno portato al peggioramento dei servizi.
Gli expat sono totalmente abbandonati ai loro destini, situazione già verificatasi ben prima della pandemia ma che durante la stessa è andata a peggiorare inesorabilmente.
Noi militanti della Federazione Estero del Partito Comunista, come già denunciamo da tempo, riteniamo tutto ciò inaccettabile, constatando che comunque questo è il riflesso dall’incompetenza e l’incapacità di un governo completamente supino agli interessi del capitale finanziario ed all’Unione Europea.
La nostra lotta al fianco dei più deboli è anche all’estero.
Ufficio Stampa Partito Comunista Estero