
Il mondo quando parla di Gran Bretagna, pensa direttamente solo all’ Inghilterra, quando vi sono diverse realtà con diverse culture e modi di vivere e vedere le cose.
Nell’ultimo anno si è parlato molto degli scioperi effettuati nel Regno Unito, soprattutto da parte della National Union of Rail, Maritime and Transport Workers (da qui in poi abbreviata in RMT), guidata da un nuovo portavoce, tale Mick Lynch. Finalmente, possiamo affermare che la classe lavoratrice ha un esponente che non molla la presa dinanzi ai poteri forti, ma che anzi dà ancora più battaglia, almeno per i lavoratori dei trasporti pubblici.
Qui cercherò di approfondire l’aspetto dei problemi che i lavoratori di ScotRail (servizio di treni qui in Scozia) non riescono a risolvere, ancora dopo mesi di dispute.
Senza andare troppo indietro nel tempo, ad aprile 2022, il primo ministro scozzese Nicola Sturgeon, ha dichiarato in pompa magna che finalmente il servizio dei trasporti ScotRail tornerà nazionalizzato e non più in mano all’ente olandese Abellio (accordo durato dal 2015 fino al 31 marzo 2022). Non solo non più in mano agli stranieri, ma soprattutto non più ente privatizzato.
Dal punto di vista comune degli scozzesi questa è una gran vittoria in quanto ScotRail ritorna parte della nazione, sottolineo nazione e non Regno Unito. E da qua nasce la prima diatriba. Nicola Sturgeon promise miglioramenti nei servizi, di non alzare i costi, miglior efficienza a livello organizzativo e così via. Ovviamente niente di tutto ciò è stato minimamente realizzato e quindi da maggio ad oggi abbiamo subito un incremento costante di scioperi, ritardi e interruzione del servizio di trasporto.
A metà maggio venne introdotta una tabella temporanea delle corse tagliando i servizi giornalieri di un terzo. Da qui venne richiesto un aumento dello stipendio il cui accordo dopo diversi scioperi venne trovato in luglio con un aumento del 5%.
Nonostante ciò non tutto ovviamente venne risolto. ScotRail dovette affrontare la chiusura di molte linee lungo tutta la linea ferroviaria, la quale è possesso di Network Rail (posseduta dal governo della Gran Bretagna) il che ha comportato il taglio di tantissimi servizi, specie lungo la Central Belt, la linea che collega la capitale Edimburgo a Glasgow.
Questa cosa non si è tuttora sistemata e ciò fa sì che gli scioperi non sono mai diminuiti da maggio ad oggi. RMT promette di intensificare le trattative con Network Rail nei prossimi giorni, aggiungendo che intende tenere uno sciopero il 19 Novembre da parte di tutta ScotRail e poi successivamente ogni venerdì e sabato fino a Natale.
Per la lotta di classe, è giusto che si facciano questi scioperi e blocchi di servizio, altrimenti ai piani dei potenti non si capirà mai quanti danni facciano e la gente non si rende conto di come ogni lavoratore sia spalla dell’altro.
La cecità’ dello scozzese medio è che per loro, qualsiasi problema abbiamo, derivi esclusivamente dall’ Inghilterra e non da una pessima gestione locale. Ed è per questo che nessuno, o pochi, si decidono a scioperare, non per il proprio bene, ma per il bene di tutti. Lo sciopero dei netturbini per tutto agosto è stato visto dalla popolazione intera come una mancanza di rispetto verso chi paga le tasse. Peccato nessuno consideri quanto poco siano realmente pagati come lavoratori.
In questo momento in cui il mondo è in crisi totale, in cui non vi è certezza su nulla, l’unica cosa che può aiutare a migliorare la società è proprio unirsi e lottare assieme. Lo sciopero dei netturbini e quello dei ferrovieri dimostrano che non bisogna mai mollare ma anzi tenere duro e dimostrare che non siamo dei pupazzi sottomessi ai potenti da cui aspettiamo la carità per sopravvivere. Bisogna dimostrare quanto ogni tipo di lavoro è importante, e che senza di esso, l’esistenza di molte altre attività è a rischio.
Non dobbiamo permettere ai padroni di ridurci ore o salari adducendo che vi è una crisi aziendale, in quanto c’è per tutti. Quello che bisogna fare ora è una lotta di classe che non sia isolata, non esiste al mondo paese in cui il capitalismo non sia ultra radicato, quindi una lotta isolata non servirebbe a nulla. Ce lo ha insegnato il passato. Solo il proletariato è interessato al progresso sociale e umano per tutti. La Federazione estero del Partito Comunista si schiera a fianco dei lavoratori scozzesi che combattono.