Partito Comunista – Federazione Estero

14/01/2021 By Redazione Non attivi

Brasile: Un paese allo sbando

Il Brasile è entrato nella crisi economico-sanitaria già in crisi. Le prospettive per il 2021 sono catastrofiche, il PIL scenderà del 6,7%, milioni di Brasiliani torneranno a vivere con 1 Real (circa 15 centesimi di Euro) al giorno!

La disoccupazione è tornata a crescere già dal 2015 quando si stava mettendo in atto il Colpo di Stato contro Il Governo di Dilma Rousseff. Tantissima gente è stata licenziata e tanti altri sono dovuti scendere a patti (ricatti) per salvare il proprio lavoro; aumentando le ore di lavoro e abbassando lo stipendio. La disoccupazione tocca oggi il 22,4% della popolazione pari a 47.395 milioni. Le persone che vivono in povertà (secondo i criteri delle Nazioni Unite, reddito giornaliero 5,50$) sono aumentate di oltre 8,6 milioni, il salario minimo è all’incirca 1450.00 Reais lordo (224,63€), meno di 50 Reais (7,75€) al giorno. Laddove un chilo di carne costa circa 40 Reais (6,19€), un affitto 500-600 Reais (77,41–92,89€), energia, ecc. Praticamente non si arriva nemmeno a fine settimana, altro che fine mese! Questo per quanto riguarda la classe proletaria lavoratrice.

Gli strascichi della disoccupazione si ripercuotono tristemente su tutta la società, tanto che sono aumentati anche gli omicidi (uno ogni 10 minuti). Il Presidente Bolsonaro conferma gli aumenti accusando che sono aumentate le armi. I dati sono chiari a tutti e possiamo constatarlo di persona:

1) Sanità pubblica in enorme difficoltà, tutto questo a favore della privata a costi assurdi.

2) La disoccupazione ha raggiunto livelli record.

3) La violenza sta battendo ogni record di giorno in giorno.

4) Educazione ferma con bambini a casa, non si sa niente, nessuno da spiegazioni.

E’ evidente che la società brasiliana un passo alla volta già stava andando nella direzione sbagliata, ma dopo questa pandemia la catastrofe è incontestabile per tutti tranne che per i padroni. Il Brasile, dopo una dittatura sanguinaria, ha passato un periodo di crescita sotto una presidenza socialdemocratica, simile ad altre nel sud America. Lo sbaglio, commesso anche da Allende in Cile, è stato quello di perdonare i fascisti che li avevano preceduti e di non avere Forze Armate dalla loro parte. Questo errore è fondamentale nella costruzione di una società socialista. Difatti, come avvenuto in Europa e in alcuni paesi ex-socialisti, i fascisti, che ora si nascondono sotto l’egida dei partiti populisti e della destra nazionalista, si sono ripresi il potere causando i danni di cui sopra.

Dobbiamo constatare che sotto questa scure liberista nazional fascista di Bolsonaro ci sono caduti anche i lavoratori espatriati italiani, tra cui lo scrivente. Questo perché il Capitalismo non funziona, il Socialismo è una necessità per il bene di tutti. Una vita differente è possibile, dipende solo da noi. Come diciamo noi comunisti “il capitalismo ti dà il superfluo, il comunismo il necessario”. Quando Marx diceva “proletari di tutto il mondo unitevi” non si sbagliava, solo la socializzazione dei mezzi di produzione può cambiare la rotta che vede la classe lavoratrice sempre più povera. Questa pandemia ha messo a nudo tutti i problemi del liberismo capitalista per i lavoratori di tutto il mondo, tra cui quelli italiani. Il sistema consolare italiano, oramai privatizzato, non può aiutare con contributi i milioni di italiani all’estero. I dati parlano chiaro, in Brasile ci sono 30 milioni di cittadini di origine italiana, molti arrivati negli ultimi anni data la crisi del 2008 nel Bel Paese. Il Reddito di Rientro messo in piedi da questo governo non può certo garantire chi desideri rientrare alla base. Continueremo, come cellula della Federazione Estero del Partito comunista a seguire monitorando la situazione e mettendo in luce le contraddizioni del capitalismo e soprattutto lotteremo perché gli emigrati italiani possano veder riconosciuti i loro diritti!

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