Partito Comunista – Federazione Estero

25/11/2021 By Commissione Donne Partito Comunista - Federazione Estero Non attivi

Analisi Della Legge Organica Del 2007 In Spagna

Il mio intervento ha come obiettivo guardare alle condizioni economiche alla base della subordinazione della donna all’uomo nella societá capitalista. La scelta di adottare questo punto di vista, e di focalizzare su questo aspetto, é dovuta al fatto chela violenza di genere é, innanzitutto, un problema costruito sulla subordinazione sociale ed economica della donna all’interno del sistema economico. L’analisi di ció che é stato fatto al livello giuridico per far fronte al problema della discriminazione e della violenza di genere dimostra che le leggi possono solo fino a un certo punto salvaguardare i diritti delle donne, perché in realtá la discriminazione e lo sfruttamento sono sorretti dal sistema di produzione stesso.

Ho concentrato la mia analisi sulla Spagna, il mio paese di residenza, ma i dati riscontrati in misura maggiore o minore riflettono la situazione in tutta Europa. Vorrei parlare della Ley Organica del 2007, la quale é stata ideata con l’obbiettivo di fomentare l’uguaglianza tra uomini e donne nell’ambito del lavoro, oltre prevenire la violenza di genere. La Ley Orgánica si presenta come complementaria all’articolo 14 della Costituzione Spagnola, la quale dichiara l’uguaglianza tra uomini e donne essere un principio giuridico fondamentale. Il principio di uguaglianza, come specificato nella stessa introduzione alla legge, é stato riconosciuto da vari trattati internazionali, come per esempio quello dell’ assemblea delle Nazioni Unite nel Dicembre del 1979. (mostrare legge e commenti). Nella parte introduttiva della Ley Organica parla dell’insufficienza della dichiarazione di uguaglianza giá presente articolo 14 come soluzione per la discriminazione delle donne, non avendo comportato alcun cambio sostanziale ne’ nell’ambito dell’uguaglianza al livello economico e lavorativo, ne per quanto riguarda le violenza di genere. Secondo l’introduzione alla normativa, il riconoscimento formale della paritá di diritti non ha potuto risolvere i problemi a cui devono far fronte le donne al livello sociale, come per esempio la discriminazione salariale, la discriminazione nel campo delle pensioni, del maggior tasso di disoccupazione femminile rispetto alla disoccupazione maschile; infine, l’articolo 14 della costituzione non ha soluzionato neanche il problema, purtroppo diffuso, della violenza di genere (43 morti in Spagna nel 2020). Dunque la Ley Organica é un piano che viene presentato come attuazione pratica e promulgazione dell’articolo 14, cioé del riconoscimento formale dell uguaglianza nell’ambito del lavoro e dell’educazione.

La legge viene definita organica perché prevede una proiezione del principio di uguaglianza nei diversi ambiti sociali, citando l’ambito lavorativo, culturale e artistico, ma trascurando un’analisi approfondita proprio dell’ambito piú importante, e cioé il sistema produttivo e il suo rapporto con il settore del lavoro. Il principio giuridico dell’uguaglianza é in totale antitesi con il sistema di produzione capitalista, il quale si nutre dello sfruttamento delle donne come categoria sociale, e di conseguenza la normativa diventa un messaggio vuoto, privo di reali conseguenze. Essendo il sistema produttivo stesso la radice del problema, le normative della legge diventano un debole tentativo di limitare i danni del sistema piuttosto che una vera soluzione. Un’analisi dei dati rende chiaro che il sistema produttivo della nostra societá é basato sulla subordinazione delle donne. E’ noto per esempio il grande divario tra i salari delle donne e degli uomini: secondo uno studio dell’INE (Instituto Nacional Estadisticas) il salario medio delle donne é pari solo al 78% del salario degli uomini.

Detto questo, il divario non si tratta di una semplice differenza di busta paga a pari orari di lavoro e a pari occupazione (il quale sarebbe molto facile da regolare), ma é dovuto al fatto che esiste una distinzione tra i tipi di occupazione assegnati prevalentemente alle donne e agli uomini.

Le donne sono prevalentemente impiegate per esempio nelle pulizie domestiche, come cassiere o commesse, insegnanti e altri lavori con salario medio o basso, mentre i lavori che retribuiscono di piú, scienza, tecnologia, ingegneria, sono invece occupati prevalentemente dagli uomini.

Al livello del nucleo familiare, di conseguenza, la donna tende ad essere il membro della famiglia che guadagna di meno, con un salario che funziona da supplemento a quello dell’uomo. Le donne occupano il 72% dei lavori a tempo parziale in Spagna; il che é dovuto al fatto che in prevalenza sono le donne ad occuparsi dei figli e delle responsabilitá domestiche , per cui spesso e volentieri loro a richiedere la riduzione della giornata lavorativa. La cura dei figli e ed i carichi domestici sono una responsabilitá che viene addossata alle donne, ore di lavoro non retribuite, che tolgono tempo, possibilitá di ottenere lavoro a tempo pieno, e dunque di avere un’entrata economica pari all’uomo che renda la donna indipendente di fatto all’interno del nucleo familiare. I contratti lavorativi delle donne, ancora piú frequentemente che per gli uomini, tendono ad essere a tempo parziale e precari (quindi non possiedono i benefici per esempio dell’assenza retribuita in caso di malattia)  . Gli orari di molti contratti a tempo pieno sono difficili da conciliare con l’ ambito domestico. Nonostante il fatto che la discriminazione delle donne in gravidanza viene condannata dalla legge, 1 su 4 donne in Spagna vengono licenziate, o il loro contratto terminato, per essere in gravidanza. Spesso, inoltre, le imprese reagiscono in modo negativo ai padri che chiedono il congedo di paternitá.

Dunque, la situazione lavorativa riflessa dai dati é in totale antitesi ai propositi della Ley Organica.Il capitalismo é un sistema il quale riconosce in modo differente il lavoro produttivo della donna (in gran parte non retribuito) rispetto a quello dell’uomo (retribuito) ; é sulle spalle delle donne che il sistema patriarcale, e la sua produzione, si sostentano. Questo non é un qualcosa che puó essere soluzionato attraverso la legislazione, poiché la stessa produzione capitalista esiste solo grazie al lavoro non retribuito svolto dalle donne, che accudiscono ai figli, cucinano, puliscono e svolgono le attivitá di responsabilitá domestica, essendo praticamente escluse dalla logica economica nonostante il loro lavoro sia necessario al livello di societá. Un sistema economico interamente basato sullo sfruttamento del lavoro domestico é impossibile cambiarlo tramite normative. Difatti, nonostante la vigenza della Ley Organica, ancora un’altissima percentuale di donne abbandona il lavoro a tempo pieno per la cura dei figli o altri oblighi famigliari, come dimostrato dai dati INE.

Dal punto di vista della violenza di genere, se al livello economico la donna si ritrova in una posizione di dipendenza economica, ovviamente questo incide sulla possibilitá di scappare da una situazione di violenza. Anche se il fattore economico ovviamente non é l’unico determinante (esistono fattori psicologici per esempio), una donna con risorse economiche che la rendono indipendente di certo avrá un fattore in meno che la tiene legata a una situazione di violenza. La violenza di genere dev’essere intesa non come un problema isolato, ma come la punta dell’iceberg, la triste conseguenza di una struttura economica che assoggetta le donne, rendendole sfruttate ed economicamente dipendenti agli uomini. Un sistema economico basato sulla disuguaglianza e sullo sfruttamento non potrá mai portare alla paritá di fatto. Per concludere, credo che come donne il nostro diritto é l’inserimento in un sistema sociale ed economico che dia pari spazio indipendentemente dal genere, piuttosto che delle misure di legge che, seppure con le migliori intenzioni, in realtá servono solo come copertura per la reale disuguaglianza generata da un sistema di produzione di stampo patriarcale.

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