A volte non ritornano
Nella sua conferenza video con la fondazione Migrantes del 27/10/c.a., il premier Conte, parlando sul 15° rapporto sulla emigrazione italiana, ha parlato di “mobilità” invece che di “emigrazione”, dimostrando il suo distacco dalla condizione reale degli italiani all’estero. Sappiamo bene che chi emigra difficilmente torna, dal momento che questa possibilità è appannaggio solo di coloro che non sono emigrati per necessità e che rappresentano solo un 10% del flusso totale migratorio italiano, cioè quella parte di classe borghese che si distingue dalla maggioranza degli italiani anche all’estero. Il disinteresse degli ultimi vent’anni per la condizione degli espatriati italiani, insieme al totale disinteresse del sistema consolare privatizzato, ha creato una classe sociale di milioni di persone che, una volta perso il lavoro a causa dei tagli effettuati in tutto il mondo durante la pandemia, è impossibilitata a tornare nella propria patria.
Questa classe ha totalmente perso fiducia nei confronti delle istituzioni e della politica nazionale che affronta la realtà in maniera metafisica (come è caratteristico del sistema capitalistico), rimanendo in quello strato di falso buonismo alimentato da promesse il cui risultato è una guerra fra poveri utile solo ai grandi monopoli finanziari di cui tutta la politica italiana è emanazione. La dialettica dei fatti ci mostra come il fenomeno migratorio sia prodotto dal sistema capitalista globale che, ammorbando l’economia dei paesi più poveri a favore di quelli più ricchi, genera questa unidirezionalità, e non certo circolarità di migrazione! Questi paesi contribuiscono così a quello che Marx chiamava “esercito di riserva” del capitale, garantendo mano d’opera a bassissimi costi per i padroni.
Come Comunisti non possiamo accettare le parole di chi ha sempre lavorato per le banche e per il capitale. Ribadiamo che la situazione degli “expat” (parola cara alla borghesia) è talmente disastrata, che la stragrande maggioranza è ben lungi dal rientro in patria! Ribadiamo che solo la lotta paga e che il potere deve essere nelle mani dei lavoratori!